Simone Leo
Simone Leo è nato a Novara nel 1978. Un'infanzia felice come quella di tanti bambini ma un'adolescenza difficile segnata inequivocabilmente dalla morte di sua madre quando Simone aveva solo quattordici anni. Fino al 2007 Simone conduce una vita sedentaria e registra un sovrappeso notevole arrivando a pesare anche novantacinque chili, poi un cambio radicale, non si riconosce più: capisce che deve cambiare vita e si avvicina al mondo della corsa. Nel 2009 inizia a partecipare alle prime gare: cinque, poi dieci chilometri e di lì a poco corre la sua prima mezza maratona sul Lago Maggiore.
Simone è un attento osservatore e comincia a comprendere che oltre a correre può diventare un messaggero di principi ed idee. Nel novembre del 2009 corre la sua prima maratona a New York, portando oltreoceano il messaggio di un mondo libero dalla droga. Ottiene un grandissimo quanto inaspettato successo; infatti al suo ritorno viene contattato dal sindaco e dall'assessore allo sport del Comune di Novara e viene premiato dall'associazione Dico No alla Droga. Iniziano per Simone i primi articoli sui giornali appare anche su "Runner's World" con un articolo intitolato "No alla droga, si alla maratona".
Le gare per Simone aumentano ed aumentano anche i chilometri, la sua motivazione è così forte che coinvolge sempre più persone a correre. Nel 2011 Simone ha una nuova svolta affronta la prima "100km del Passatore", da Firenze a Faenza, una delle ultramaratone più dure al mondo! Quello che prova in quelle quindici ore ininterrotte di corsa lo portano a scrivere un libro, "Spostando il limite un po' più in là", una sorta di autobiografia nella quale si intrecciano continuamente le sue due più grandi passioni: la corsa e l'aiutare il prossimo. Il libro ha un successo inaspettato e molti sono i corridori che scrivono a Simone per pareri o consigli.
Qualche tempo dopo Simone si imbatte in un librettino, "La via della felicità". Simone ne resta affascinato e decide di coinvolgere un gruppo di podisti, tutti da quel momento indossano durante le corse la maglietta "La via della felicità" che rappresenta una guida allo stile di vita sano con principi e valori ampiamente condivisibili. Una guida al buon senso, scritta da L. Ron Hubbard. Il volontariato e l'attenzione verso il sociale diventano per Simone da quel momento in avanti contro ogni regola di marketing e di guadagno il vessillo da portare in ogni gara.
Per Simone non è sempre stato facile: nella "100km del Sahara" ne esce con due costole rotte, ma con una forza spirituale inesauribile. "Quando il corpo non ha più forza entra in gioco la testa, dicono gli esperti di maratone, io dico che entra in gioco la forza del pensiero sul corpo". Spostare i limiti diventa per Simone una costante e le ultramaratone si susseguono: Asolo, il Passatore, in Senegal nella savana, Seregno...
Le corse non si fermano così come la sua voglia di crescere e Simone partecipa alla "Ultrabalaton" di 212 chilometri sul lago Balaton. Alla fine della gara, unico italiano arrivato al traguardo ecco il suo commento: "Quando il corpo non ha più forza né energia riesco a sentirmi come staccato e vedere dall'esterno la gara e gli altri partecipanti: tutto questo mi rende sereno e capace di continuare la corsa; sono così concentrato verso l'esterno su quello che accade che non sento più il dolore".
Simone Leo è fra gli atlelti più giovani ad aver affrontato così tante maratone ed ultramaratone. Il suo prossimo traguardo dice Simone sarà quello di sposarsi e lo farà con il rito di Scientology, religione che segue dal 2007. I prossimi appuntamenti sono le corse ed il suo lavoro nel sociale tenendo anche conferenze nelle scuole.